Non si fermano le polemiche sullo stop alle trivelle a Ravenna. Il 5 febbraio la sala preconsigliare del Municipio del capoluogo romagnolo ha ospitato un incontro pubblico con il sindaco di Ravenna Michele de Pascale e il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, oltre ai rappresentanti del mondo imprenditoriale sindacale, dell’associazionismo ambientale e lavoratori.

“Ci troviamo a Ravenna con persone che vengono da tutta Italia per chiedere che venga fermato un provvedimento sbagliato, intempestivo, definito senza un approfondito dibattito – ha detto de Pascale -. Avevo plaudito, e provo a farlo ancora, alle parole del ministro Salvini, che si era dichiarato favorevole alle estrazioni, purché lontano dalla costa. Gli rinnovo l’invito a venire a Ravenna a incontrare i lavoratori e le imprese del nostro territorio”.

“Da Ravenna e dall’Emilia-Romagna – è l’intervento di Stefano Bonaccini – arriva oggi un segnale molto forte al Governo: stralciate una norma che uccide il settore, bloccando il lavoro e gli investimenti. Si apra immediatamente un tavolo, come abbiamo fatto qui. Servono ascolto e confronto. Ci sono le condizioni per imboccare con più forza la strada della conversione energetica, come stiamo già facendo in Emilia-Romagna e a Ravenna, senza distruggere il lavoro e senza aumentare la dipendenza energetica del nostro Paese”.

“I toni apocalittici usati oggi a Ravenna da Bonaccini per difendere le trivellazioni sono completamente fuori luogo – commenta invece il consigliere regione del M5s Andrea Bertani -. Quello che evidentemente il presidente della Regione non ha capito è che il Dl Semplificazioni ha bloccato solo i nuovi permessi di ricerca perché l’obiettivo finale è la tutela del nostro territorio. Salvaguardia che le trivelle potrebbero proprio mettere a repentaglio”.