Il progetto dell’Unione della Romagna faentina di riqualificazione di uno dei luoghi più belli della città, Villa Orestina, a Castel Raniero, sulle prime colline di Faenza. Sono stati stanziati 350mila euro, grazie al finanziamento del 90% da parte del Gal L’Altra Romagna nell’ambito del Piano di sviluppo rurale (PSR) della Regione.

L’obiettivo è di migliorare l’offerta dei servizi di carattere informativo e educativo legati ai temi ambientali, dell’agricoltura, della promozione del territorio e dei suoi prodotti. L’intervento consentirà di fornire una sede e gli spazi operativi al Ceas dell’Unione Faentina e di riqualificare quel luogo per le attività di formazione in tema di agricoltura per la scuola Caldesi.

Diverse realtà ospitate

Le realtà che troveranno posto a Villa Orestina saranno quindi: il Ceas, la Fondazione Caldesi, l’Ente parchi e biodiversità della Romagna e il Consorzio vini di Romagna. Entrando nello specifico, al piano terra, si individuerà una sala polivalente, uno spazio-ufficio per le diverse realtà che lì andranno a insediarsi; uno spazio per il Centro visite e per la promo-commercializzazione dei prodotti locali e una sala degustazione. Al primo piano invece si vogliono ricavare aule, laboratori e una biblioteca per la formazione guidata dal Ceas. Si sta progettando un laboratorio didattico per le attività della Fondazione Caldesi, legate all’estrazione delle essenze e delle piante officinali grazie al piccolo orto all’esterno.

Conferenza stampa

“Villa Orestina -ha spiegato l’assessore Luca Ortolani, durante la conferenza stampasarà un luogo di servizio pubblico che attraverso il Ceas dell’Unione si occuperà di promuovere e diffondere la cultura della sostenibilità anche attraverso azioni educative e con interventi di offerta formativa per le scuole. Il Centro visite, all’interno di Villa Orestina, di fatto sul Sentiero Cai 505, potrà poi diventare la porta d’ingresso al Parco della Vena del gesso. Non saranno poi da trascurare gli spazi per la promozione dei prodotti e per la parte didattica sui temi dell’agricoltura, dell’enologia e di quella che oggi viene definita ‘chimica verde’, disciplina legata alle essenze e agli estratti dalle piante. L’Ente tutela vini poi potrà essere elemento cardine per la promozione dei prodotti e quindi del territorio stesso”.

 

“Il progetto -ha spiegato Bruno Biserni, presidente del Gal L’Altra Romagna, attraverso il quale è transitato il finanziamento- è stato presentato dei sei comuni del faentino, un dato che sottolinea quanto l’Unione della Romagna Faentina abbia creduto e puntato su un unico elaborato. Gli elementi del progetto sono legati da un unico filo comune: ambiente, territorio, agricoltura, itinerari, paesaggio ed enogastronomia”.

 

“La Fondazione -ha spiegato il suo presidente, Eraldo Turain questo progetto è coinvolta per la parte della didattica. Quegli spazi verranno utilizzati per un’offerta didattica, attività che da sempre la Fondazione porta avanti. La formazione potrà essere proposta a più livelli, dai corsi base per la gestione del verde a quelli dedicati agli specialisti. Ci piacerebbe poi sviluppare un settore in grande espansione, quello delle piante officinali e medicamentose”.

 

“Il progetto di Villa Orestina quale luogo polifunzionale -ha spiegato il sindaco e presidente dell’Unione, Massimo Isolaè particolarmente lungimirante e lì l’Unione condividerà, attraverso le realtà coinvolte, servizi che racconteranno il nostro territorio. In questo anno abbiamo messo in cantiere tanti progetti che hanno ottenuto finanziamenti pubblici: la Colonia di Castel Raniero, il sottopasso della stazione ferroviaria, il Palazzo delle Esposizioni, la palestra della Cavallerizza, la Casa della salute e ora Villa Orestina. A questi si aggiungeranno interventi negli spazi scolastici e nelle palestre. Non possiamo non notare che ci troviamo all’interno di una rivoluzione degli spazi della città. Una così lunga lista di contenitori fragili che necessitavano di interventi finanziati con fondi non direttamente della municipalità non avveniva da decenni. Questo vuol dire che attraverso nostri investimenti diretti potremo poi mettere mano ad altri spazi che potranno essere restituiti ai faentini. Infine, questi interventi apriranno un circolo vizioso sull’economia della città e sulle aziende del nostro territorio, che saranno impegnate nella rigenerazione”.