Giammaria Zanzini, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio della provincia di Rimini: “Le stime di spesa per questi saldi sono in leggero aumento e possono dare impulso alle piccole imprese del commercio. Con il sostegno dei nostri clienti potremo riuscire ad aprire una nuova stagione per tutta la filiera del tessile di cui siamo un anello imprescindibile. Nel nostro settore il dato delle chiusure resta allarmante. Prosegue il nostro impegno per regolamentare il mercato e combattere la concorrenza sleale”

È iniziato il conto alla rovescia per l’inizio dei saldi estivi, che scatteranno sabato 2 luglio. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà in media 202 euro (88 euro pro capite) per un valore complessivo di 3,1 miliardi di euro.

Dichiarazione di Giammaria Zanzini

“Le stime di spesa media a famiglia per questi saldi estivi sono in leggero aumento rispetto allo scorso anno, soprattutto grazie alla ripresa del turismo sulle coste e nelle città d’arte. I saldi estivi potranno rappresentare un’opportunità sia per i clienti che per le imprese, soprattutto per i negozi di prossimità del settore tessile, abbigliamento, calzature ed accessori che stanno cercando di fare fronte agli aumenti generalizzati dei costi fissi di gestione come affitti, energia e servizi, così come per le materie prime solo per fare qualche esempio. La possibilità di acquistare a prezzi vantaggiosi può dare impulso al commercio e per le piccole imprese sarà una boccata d’ossigeno di liquidità. Va ricordato che esiste l’obbligo di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale”.

Utilizzo obbligatorio del Pos

“Così come sarà obbligatorio dare la possibilità di pagare la merce attraverso il Pos, strumento di cui sono ormai dotate da tempo tutte le attività. Da oggi però cambia qualcosa: vengono introdotte le sanzioni per chi non accetta i pagamenti elettronici. Rispetteremo le leggi come sempre, ma è evidente che senza un ridimensionamento delle commissioni da parte delle banche, continuare a fornire questo servizio al cliente diventa un ulteriore importante costo che contribuisce a limare la marginalità. Inoltre, chiediamo l’introduzione della gratuità per i micropagamenti e che l’accredito delle transazioni sia effettuato nel più breve tempo possibile sul conto corrente del commerciante, senza dover aspettare giorni e giorni perché sia reso disponibile. Serve con urgenza un tavolo di concertazione per discutere di queste criticità: faremo sentire la nostra voce a tutti i livelli.

Intanto siamo pronti ad avviare questi saldi: con il sostegno dei nostri clienti potremo riuscire ad aprire una nuova stagione per tutta la filiera del tessile di cui, ricordiamo, il negozio di prossimità è un anello fondamentale senza il quale si mettono in crisi tutti i comparti associati. Non va poi dimenticato il ruolo dei negozi di vicinato nelle città, ovvero il loro essere sentinelle e luci sempre accese nei centri storici e sulle strade, a garanzia di vivacità e sicurezza del territorio”.

Alcuni numeri sul settore

“I numeri del nostro settore restano allarmanti. In Italia nel giro di 9 anni abbiamo perso poco meno di 77.000 imprese nel commercio di cui oltre 16.000 nel settore dettaglio abbigliamento. Va un po’ meglio sul piano regionale: in Emilia Romagna hanno chiuso 23.500 imprese nel commercio di cui oltre 1.350 nel settore dettaglio abbigliamento e ancora, nella provincia di Rimini abbiamo perso 1.088 imprese (111 di moda e 56 di calzature al dettaglio). Nella nostra provincia il dato allarmante riguarda le imprese giovanili under 35: in questi 9 anni sono calate di 311 unità, il 10% delle quali nel nostro settore.

Anche per questo non è più ammissibile fare da spettatori alla concorrenza sleale dei colossi del web e del fast fashion, che tra l’altro in questi anni di pandemia hanno beneficiato di una importante rendita di posizione. Dopo tante parole è ora di arrivare ai fatti attuando velocemente gli accordi internazionali sull’entrata in vigore della Global Minimum Tax, così come resta urgente la discussione sulle regole da adottare per i cosiddetti pop-up o temporary store, per gli outlet e per tutte le forme di commercio per cui al momento non vale il principio cardine stesso mercato, stesse regole rispetto ai negozi di vicinato.

Se l’avvio dei saldi univoco su quasi tutto il territorio nazionale è stato una conquista, la prossima dovrà essere il posticipo dei saldi di almeno un mese (metà o fine agosto per quelli estivi, metà o fine febbraio per quelli invernali), così come dovrà esserci una regolarizzazione del periodo delle promozioni. Occorrono date e giornate uguali in tutte le regioni d’Italia e anche sanzioni eque ma certe per chi vìola le regole. Come Federmoda-Confcommercio continueremo a lavorare per un mercato del commercio di moda più democratico”.