I Finanzieri della Compagnia di Faenza, nell’ambito dei controlli finalizzati a verificare la corretta percezione dei contributi e dei sussidi pubblici, hanno individuato 5 soggetti che avrebbero percepito per mesi il reddito di cittadinanza in mancanza dei necessari requisiti di legge, utilizzando autocertificazioni riportanti dati parziali e non veritieri.

La casistica delle condotte fraudolente è variegata: c’è ad esempio il barista in attività, con regolare partita Iva, che avrebbe omesso di presentare la dichiarazione dei redditi così da risultare nulla facente e ottenere indebitamente anche il sussidio pubblico, oppure la cittadina che, pur continuando a percepire il reddito di cittadinanza, avrebbe iniziato nello stesso tempo a lavorare come infermiera senza però comunicarlo all’Inps. In un altro caso dal nucleo familiare sarebbe stato dolosamente omesso un componente che percepiva redditi sopra soglia, così da rientrare comunque nei requisiti reddituali di legge. 

Al termine degli accertamenti, a carico dei soggetti controllati sono state inoltrate al competente ufficio INPS apposite segnalazioni per l’avvio delle previste procedure per il recupero delle somme percepite, pari complessivamente a oltre 58.000 euro, nonché per l’interruzione immediata dell’erogazione del beneficio non dovuto. 

I percettori, residenti a Faenza, Casola Valsenio e Riolo Terme, sono stati poi denunciati alla Procura della Repubblica di Ravenna per il reato punito dall’art. 7 del D.L. n. 4/2019 che prevede la reclusione da due a sei anni per coloro che, al fine di ottenere indebitamente il reddito di cittadinanza, utilizzano dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omettono informazioni dovute, e da uno a tre anni per chi omette la comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio avvenute successivamente alla presentazione dell’istanza.