Nei giorni scorsi, a seguito di segnalazione da parte del circuito doganale di controllo, i militari della 2ª Compagnia della Guardia di Finanza e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane hanno selezionato, per una visita doganale, un container proveniente dal Bangladesh con all’interno 410 cartoni per un totale di 10.250 maglie modello “polo”.
La conseguente attività ispettiva ha permesso di rilevare che sui capi di abbigliamento, in particolare sul colletto e sulle maniche, era inserito un bordo con il tricolore italiano e che l’indicazione di origine “Made in Bangladesh” era stata realizzata in dimensioni estremamente ridotte su un’etichetta, peraltro, interamente coperta da un’altra sovrapposta riportante invece la dicitura “Polo Italy”, che era stata impressa anche, in caratteri ben evidenti, su ciascun imballaggio in plastica delle maglie.
Tale manifattura è risultata quindi ingannevole per i consumatori finali, in quanto non rende immediatamente individuabile l’effettivo luogo di fabbricazione e di provenienza della merce e anzi è tale da poter generare nei potenziali acquirenti la convinzione che il prodotto sia stato realizzato in Italia.
Le fiamme gialle ed i funzionari doganali hanno quindi sottoposto a sequestro l’intera partita di merce e denunciato alla locale Autorità Giudiziaria il legale rappresentante dell’azienda di importazione, una società con sede a Cesena, per l’ipotesi di frode in commercio.
Anche questo intervento testimonia la costante attenzione operativa posta dagli Organi ispettivi nelle operazioni doganali che quotidianamente si svolgono nell’area portuale ravennate non solo a tutela del pagamento dei dovuti dazi doganali, ma anche al fine di garantire l’introduzione nel circuito commerciale nazionale delle sole merci che risultino conformi ai requisiti previsti dalla normativa comunitaria e nazionale per la sicurezza dei prodotti e per la corretta informazione del cliente finale circa la qualità e l’origine del bene.
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