Venerdì 20 settembre un operaio di 38 anni ha perso la vita a Lugo cadendo dal tetto di un capannone mentre stava lavorando. L’uomo era operaio di una ditta di Rimini e ha perso la vita  precipitando da un’altezza di 8 metri mentre stava effettuando alcuni lavori di ristrutturazione in un’azienda lughese.

“Ci troviamo purtroppo a piangere un’altra morte sul lavoro, una situazione profondamente ingiusta, che non dovrebbe mai verificarsi – dichiara il sindaco di Lugo Davide Ranalli -. L’episodio verificatosi oggi ci spinge a ribadire ancora una volta la necessità di favorire la sicurezza sui posti di lavoro con azioni concrete. Alla famiglia e ai colleghi dell’uomo che ha perso la vita oggi vanno le condoglianze di tutta l’Amministrazione comunale, in attesa che le autorità preposte facciano luce sulle cause dell’accaduto”.

“Dall’inizio dell’anno in Emilia Romagna nel settore delle costruzioni – commentano Davide Conti e Renzo Crociati, segretari generali di Fillea Cgil Ravenna e Rimini –  sono avvenuti 280 infortuni sul lavoro denunciati all’Inail e rispetto all’anno precedente aumentano gli infortuni che coinvolgono lavoratori edili con più di cinquant’anni. Solamente nei due comuni di Rimini e Ravenna negli ultimi due mesi sono avvenuti tre morti sul lavoro nel settore edile. Non basta più l’indignazione, dobbiamo passare a fatti concreti. Dobbiamo iniziare a parlare della proposta di legge sull’omicidio sul lavoro, proposta che è stata presentata ma che è rimasta ancora al punto di partenza. Non vogliamo aspettare il prossimo infortunio, per questo motivo nei prossimi giorni chiederemo la convocazione di un tavolo con tutti i soggetti istituzionali e non coinvolti sul tema sicurezza sul lavoro”.

“A Ravenna sono quasi raddoppiati i casi di decesso nei luoghi di lavoro, passando dai 5 morti del 2017 ai 9 decessi del 2018 – spiega Francesco Marinelli, segretario generale Cisl Romagna – questo ha fatto balzare la provincia dal quinto al secondo posto in Emilia-Romagna con 5,2 sinistri letali ogni centomila occupati”.

 

N.A.