Nell’ambito sanitario il termine ‘umanizzazione’ ha un significato molteplice, che può essere tradotto con i concetti di accoglienza, ospitalità, comprensione e informazione. L’umanizzazione va dunque intesa come l’insieme dei comportamenti acquisiti e fatti propri dal Sistema Sanitario per fornire un servizio rispettoso delle esigenze relazionali delle persone che vi accedono, senza trascurare gli aspetti organizzativi, burocratici e strutturali. Per ridurre il rischio di contrarre il Covid si è reso indispensabile ripensare e ridefinire i processi organizzativi e assistenziali, gli spazi e l’articolazione delle attività sanitarie, all’interno dell’Oncoematologia dell’ospedale di Faenza. Qui è stato necessario selezionare gli accessi dei pazienti che accedono al Day Hospital – Day Service e regolamentarne le presenze, per garantire la sicurezza sia dei pazienti che degli operatori sanitari.

Con il coinvolgimento della Direzione Sanitaria del presidio ospedaliero, della Protezione Civile, dell’Ufficio Tecnico e di altri organi, è stato attivato un percorso alternativo di ‘presa in carico’ dei pazienti, posizionando un gazebo all’interno del cortile ‘San Giuliano’, allestito per garantire un percorso di triage rapido e differenziato degli accessi al Servizio da parte degli utenti con patologia oncoematologica. A fianco del gazebo è stato posizionato un prefabbricato dove è stata ricollocata la postazione di accettazione dei pazienti del Day Hospital. Questi, terminata la fase di accoglienza, potranno attendere all’interno del gazebo dove è stata realizzata una sala di attesa riscaldata. Per dare un tocco di colore poi, due studentesse del liceo artistico Torricelli-Ballardini, Sara Zappi e Silvia Coraci, hanno ‘cambiato’ il volto alla struttura con un intervento di arte visiva.

“Un ringraziamento deve andare al liceo Torricelli-Ballardini -ha sottolineato il direttore dell’ospedale Davide Tellarini- che si è reso disponibile per questa collaborazione per essere intervenute nel rendere più gradevole questo percorso di umanizzazione all’interno dell’ospedale”.

Questa mattina la struttura è stata inaugurata. Alla breve cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, Davide Tellarini, direttore dell’ospedale di Faenza, Cristina Fabbri, direttore infermieristico ambito territoriale di Ravenna, Stefano Tamberi, responsabile del reparto di oncologia di Faenza e il sindaco Massimo Isola.

“Da sempre in questo ospedale -ha invece detto il responsabile di oncologia di Faenza, Stefano Tamberi- c’è un’attenzione per l’umanizzazione, infatti anche all’interno abbiamo diverse opere d’arte elementi che contribuiscono a dare una mano ai pazienti nell’affrontare la malattia”.

“Questa piccola opera delle due studentesse del Ballardini – ha infine sottolineato il sindaco Massimo Isola- si sposa con altre di grandi maestri come Zauli e Melandri. Quindi il rapporto tra il nostro ospedale e l’arte non è casuale, ma è un legame organico. L’ospedale di Faenza, che si prende cura dei faentini, è uno dei centri pulsanti della comunità e fa parte dell’identità della città; in alcuni casi però capita, come in questo caso, dove due ragazze si sono impegnate nel realizzare una piccola opera d’arte, però è la città che vuol prendersi cura del suo ospedale”.