La Regione promette di chiudere la discarica Tre Monti di Imola.

“Abbiamo il dovere di chiuderla”, mette in chiaro l’assessore regionale all’Ambiente, Irene Priolo, che nella giornata di ieri ha risposto in Assemblea legislativa all’interrogazione del leghista Daniele Marchetti.

Da un punto di vista politico “la scelta è già stata fatta”, dichiara Priolo, ma sotto il profilo tecnico il percorso verso la fine della discarica è ancora di fatto una questione aperta.

Dopo i ricorsi e la pronuncia del Consiglio di Stato, la Conferenza dei servizi sul progetto di sopraelevazione della discarica è ripartita nel 2020 e si è chiusa a ottobre 2021 con la conferma della contrarietà da parte della Soprintendenza, mentre tutti gli altri enti si sono espressi a favore.

Il conflitto dovrà, quindi, essere ora risolto in sede di Presidenza del Consiglio dei ministri.

Se verrà respinta la contrarietà, presso la discarica di Imola arriveranno le ultime 197.000 tonnellate di rifiuti e concluderà così il suo ciclo di vita nel giro di un anno e mezzo.

Se, invece, sarà confermato lo stop alla sopraelevazione, la società di gestione dovrà presentare un nuovo progetto per la copertura e la chiusura della discarica nel suo assetto attuale. Un iter che, visti anche i tempi delle burocrazie, potrebbe impiegare anche più di un anno e mezzo.

“Agiremo per la chiusura dell’impianto. – assicura Priolo – Non è più strategico per la pianificazione regionale. Non parliamo più di ampliamento, abbiamo il dovere di chiudere la discarica. In base alle risultanze della Presidenza del Consiglio, ci comporteremo di conseguenza. Ma la scelta politica è già stata fatta”.

“I territori e la politica sono d’accordo. – ricorda Priolo – Abbiamo anche stralciato il quarto lotto del progetto, che era il più importante, perché prevedeva l’ingresso di 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti”.

La risposta dell’assessore però non convince il Carroccio. “Di fatto la sopraelevazione va avanti e i conferimenti proseguiranno fino alla fine dell’impianto – attacca Marchetti – non si capisce perché la Regione neghi l’evidenza: lo dica una volta per tutte e finiamola con questa recita”.

Quanto alla pronuncia attesa dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, “credo che il dialogo istituzionale sarebbe una cosa buona e giusta – sostiene il leghista – la Regione dovrebbe avanzare le sue osservazioni”.

 

L.F.