I Carabinieri della Stazione principale di Faenza hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 44enne originario del Marocco. Vittima dell’uomo la moglie, sua connazionale di quattro anni più giovane. La donna stanca delle violenze fisiche e psicologiche alla quale era sottoposta, durante l’ennesima lite, avvenuta a gennaio di quest’anno, anche su consiglio di un faentino, che l’aveva fatta rifugiare in un portone per toglierla dalle grinfie del marito violento, ha trovato la forza di raccontare tutto ai Carabinieri.

Ai militari la donna ha raccontato che il marito diventava particolarmente violento soprattutto quando rincasava dopo aver alzato il gomito. Numerosi gli episodi di violenza raccontati. A novembre del 2017, nel corso di una lite, l’uomo aveva mollato un ceffone così violento che la donna, quando il giorno dopo si era rivolta all’ospedale di Imola per farsi controllare un orecchio dolorante, i medici le avevano riscontrato una perforazione del timpano. La 40enne in quell’occasione aveva raccontato di aver perso l’equilibrio cadendo dalle scale.

Episodi successivi si erano poi ripetuti sempre più frequentemente negli ultimi due anni. Una volta era stata picchiata dal marito nei pressi della scuole delle figlie, entrambi minorenni, senza che nessuno fermasse la furia dell’uomo mentre più recentemente per strada era stata aggredita verbalmente dal marito. In quell’occasione, provvidenziale l’intervento di un passante, un legale che aveva fatto rifugiare la 40enne all’interno di un condominio. Era stato proprio il professionista che, ascoltato per primo il racconto della donna, l’ha convinta a rivolgersi ai Carabinieri. Davanti a loro la 40enne ha fatto un resoconto delle violenze e delle angherie.

Partita l’attività di indagine e ottenuti diversi riscontri i militari dell’Arma hanno trasmesso gli atti in Procura che nei giorni scorsi ha emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere per il 44enne per i reati di violenza. I Carabinieri della principale hanno rintracciato l’uomo associandolo al carcere di Port’Aurea di Ravenna in attesa della decisione del Gip.