Botta e risposta tra il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e il segretario della Lega Romagna e sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone. Tutto è cominciato con l’annuncio dal parte del governatore dell’Emilia-Romagna di ricorrere alla Corte Costituzionale contro una parte del Decreto Sicurezza.

“Stiamo vagliando nel concreto tutte le contraddizioni che si determinano nell’applicazione della legge  – aveva annunciato Bonaccini – riprendendo peraltro i rilievi che già avevamo sollevato nel momento del confronto e di cui, mi pare, non si sia tenuto adeguato conto. Abbiamo quindi scelto di adire alla Corte costituzionale impugnando non l’intero Decreto, ma le norme che più direttamente riguardano le Regioni e i Comuni e che stanno generando conflitto e confusione”.

“L’auspicio – ha risposto poco dopo Morrone – è che Bonaccini si assuma in pieno la responsabilità della sua velleitaria disubbidienza istituzionale nei confronti di una legge avversata solo per motivi pretestuosi e veda bene di rassegnare le dimissioni dalla carica di presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome”.

Alla richiesta di dimissioni Bonaccini replica che “a stabilire chi debba rappresentare le Regioni siano le Regioni stesse e non il Governo”.