Nelle scuole della Regione si continua a mangiare biologico. Per il terzo anno consecutivo, infatti, l’Emilia-Romagna è – davanti a Liguria e Lombardia – la regione che si aggiudica la quota più alta prevista dal Fondo per le mense scolastiche biologiche: 1 milione e 471mila euro di risorse su 5 milioni di euro complessivi.

La Giunta regionale ha approvato, con un provvedimento, la ripartizione dei fondi – relativi all’annualità 2020 – trasferiti dal ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali alle amministrazioni locali che offrono il servizio di refezione scolastica biologica.

Si tratta di risorse che servono a coprire le maggiori spese sostenute per l’erogazione dei pasti bio senza aumentare il costo della refezione scolastica a carico delle famiglie.

“Siamo la prima Regione in Italia per numero di pasti bio distribuiti nelle mense scolastiche e questo primato ci ricompensa dell’impegno con cui da anni sosteniamo i principi dell’agricoltura biologica e l’utilizzo di prodotti sani, non solo sulle tavole dei cittadini, ma anche nella ristorazione collettiva pubblica- commenta l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi. Queste risorse sono fondamentali per aumentare sempre più la qualità del servizio senza incidere sull’economia delle famiglie, ma soprattutto per continuare a promuovere una maggiore consapevolezza rispetto alla propria alimentazione”.

Gli importi, che ammontano a 1 milione e 471mila euro corrispondenti a circa 8 milioni di pasti erogati nel 2020, sono calcolati in base al numero di beneficiari del servizio di ristorazione scolastica in ciascun ambito territoriale e relativi alle stazioni appaltanti che gestiscono le mense scolastiche biologiche, in possesso dei requisiti previsti dal decreto ministeriale.

Questa la ripartizione dei fondi sul territorio regionale destinati alle amministrazioni che offrono il servizio di refezione scolastica biologica. In Romagna andranno arriveranno quasi 120mila euro al Comune di Cesena (Fc), 132mila euro al Comune di Rimini, oltre 14mila euro al Comune di Coriano (Rn), più di 15mila euro a San Giovanni in Marignano (Rn) e oltre 143mila euro all’Unione dei Comuni della Bassa Romagna (Ra).