L’ennesimo rinvio dell’udienza per Patrick Zaki è “una tortura psicologica”. A sostenerlo è Rita Monticelli, docente dell’Alma Mater di Bologna, commentando con l’agenzia ‘Dire’ il nuovo slittamento al 29 novembre del processo a carico dello studente egiziano deciso oggi dal tribunale di Mansura.

“E’ l’ennesimo rinvio che procrastina il processo- ribadisce Monticelli- è una tortura psicologica per Patrick, perché su di lui pendono ancora le accuse. Lo ricordiamo: non è più in carcere ma non è ancora libero”. Zaki, continua la sua docente, al momento quindi “non può riprendere gli studi. Verrà fatto il possibile perché possa farlo a distanza, ma per la sua attività di ricercatore è fondamentale poter frequentare le biblioteche, gli archivi e i luoghi di studio”. E finché non verrà assolto, sottolinea Monticelli, “non potrà farlo. Non può neanche lasciare l’Egitto”.

Non a caso lo stesso Zaki, nel suo tweet al termine dell’udienza, ha scritto che “sarà libero solo quando sarà a Bologna- sottolinea la docente- ed è così anche per noi”. Oltre al rinvio, ragiona ancora Monticelli, “fa male vedere che viene ancora una volta leso il suo diritto a difendersi. E’ una strategia, che mette a dura prova la sua psiche”. Per questo, insiste la docente, “bisogna sollecitare le Istituzioni perché prendano una posizione forte: anche per loro questa situazione è una sconfitta. La difesa di Patrick è la difesa generale dei diritti umani. Se non continuassimo a sostenerlo sarebbe come abdicare alla difesa dei diritti umani”, ammonisce Monticelli.