In Emilia-Romagna moda significa economia e sviluppo e la crisi abbraccia tutti i comparti del settore che è particolarmente presente in Romagna e nel Modenese. La maggioranza, prima firmataria la consigliera Pd Nadia Rossi, ha presentato una risoluzione che è stata discussa e approvata in Consiglio regionale senza voti contrari.

“Per salvare la nostra Fashion Valley servono azioni mirate, che tengano conto delle specificità del settore che vede calare fatturati, produzioni, ordini a causa in particolare del crollo dell’export e delle vendite al dettaglio. – sintetizza Nadia Rossi, che aggiunge – Le misure introdotte finora sono insufficienti, non tengono conto delle peculiarità e delle speciali dinamiche del settore moda che è ad alta intensità di manodopera con una netta prevalenza della componente femminile”.

“Il nostro documento chiede di intervenire su più livelli per sostenere il Made in Italy, fatto di eccellenze riconosciute a livello globale. Non limitiamoci a pensare solo al tessile, ma anche al calzaturiero, agli accessori, alle concerie. In Emilia-Romagna abbiamo davvero tantissime realtà che vogliono continuare a proporre materiali e prodotti di qualità. – rimarca Rossi – Servono facilità di accesso al credito, finanziamenti a fondo perduto, sgravi fiscali e sostegno alla filiera che va dai subfornitori ai terzisti. Tra le nostre richieste, convocare un tavolo di crisi, incentivare accordi di programma per il mantenimento della subfornitura locale, sostenere le imprese per l’accesso a nuovi mercati internazionali. Puntiamo a formare gli imprenditori e i lavoratori, e ad incoraggiare una conversione green delle produzioni: per farlo vorremmo dedicare al settore moda una quota significativa delle risorse europee della programmazione 2021-2027”.

Per chiudere, Rossi cita alcuni dati relativi alla realtà riminese e romagnola. “Il Sistema Moda della provincia di Rimini rappresenta l’8% di quello regionale con 460 imprese manifatturiere e 320 imprese artigiane. Gli addetti complessivi del settore sono circa 4.000, pari all’8% degli addetti del settore in Emilia-Romagna. Il 68% è rappresentato da manodopera femminile, con un’età tra i 35-54 anni, per il 72% con contratti a tempo indeterminato e con un orario lavorativo settimanale tra le 31 e 40 ore. In questi ultimi anni il settore nella provincia è cresciuto del 3%, in controtendenza rispetto ai dati delle altre province, confermando la sua dinamicità anche con la forte crescita dell’export pari al 7%, con un valore economico del commercio con l’estero di 700 milioni di euro, corrispondenti al 37% dei prodotti delle attività manifatturiere esportati in provincia. Il distretto dell’abbigliamento di San Giovanni in Marignano, così come il distretto calzaturiero di San Mauro Pascoli, sono identificati come aree di rilevanza nazionale per le specializzazioni produttive e caratterizzati dalla presenza di brand prestigiosi, con produzioni di lusso e alta qualità, intorno alle quali si è costruita una rete di fornitori e terzisti con elevate competenze artigianali”.