La situazione che da mercoledì 17 maggio sta passando la Romagna è estremamente complicata. Basterebbero i numeri per raccontare ciò che le esondazioni dei fiumi hanno portato, o meglio tolto, ad uno dei territori più amati dello Stivale.

I numeri

Sono 21 i fiumi esondati anche in più punti e 22 i corsi d’acqua che hanno superato il livello 3, massimo allarme. Aumentano a 35 i Comuni con allagamenti tra la Romagna e il Bolognese e a 54 quelli con frane. Questi numeri “geografici” sono conditi dalle statistiche sulla popolazione: sono 14 le persone morte e 36mila gli sfollati.

Il disastro

Dietro a questi freddi numeri c’è molto di più. Ci sono lacrime, sogni infranti e disperazione per aver perso ciò che si è costruito con anni e anni di lavoro. Ci sono interi quartieri ricoperti di fango, il quale crea un paesaggio cinematografico. Sono innumerevoli le cataste di oggetti fuori dalle case e aziende che danno l’impressioni di essere antiquati. Migliaia le autovetture inutilizzabili poichè sommerse dall’acqua.

Ci vorranno mesi di lavoro e tanti miliardi di euro da parte del governo per riportare tutto alla normalità.

La paura e solidarietà

La paura, nelle ore di grande pioggia sono state tantissime come dice Laura, cittadina di Sant’Agata sul Santerno, una delle zone più colpite: “Dopo l’avviso del Comune ci siamo catapultati al secondo piano senza veramente sapere dove l’acqua si sarebbe fermata. Tutto il piano terra e la cantina è da buttare, ciò che ho indosso sono gli unici vestiti che mi rimangono”.

Da sottilineare il sacrificio di Fabrizio, proprietario dell’azienda agricola Cab Ravenna, che venerdì, dopo la chiamata della Prefettura ha dato il permesso di allagare i propri 200 ettari di terreno per salvare il centro di Ravenna dell’esondazione della “Canala”.

La situazione attuale

Le situazioni sono generalmente in leggero miglioramento ma ancora tragiche in certe zone dove l’acqua non defluisce come le frazioni Fornace Zarattini e Sant’Antonio alle porte di Ravenna o il comune Conselice in Bassa Romagna.

Il lavoro dei volontari prosegue incomiabile. Oltre alle organizzazioni di volontariato e la Protezione Civile, tanti giovani e non provenienti da varie parti della regione si sono messi a disposizione per spalare fango, trasportare mobili, aiutare animali e “salvare il salvabile”.

Per quanto riguarda la viabilità, restano 622 le strade chiuse, di cui 225 chiuse parzialmente e 397 totalmente. Complessivamente 236 a Bologna, 201 in provincia di Forlì-Cesena, 139 nella provincia di Ravenna e 46 nel riminese e le scuole di ogni ordine e grado sono in fase di apertura in tutto il territorio.

L.F