È Rodolfo Ortolani il nuovo presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola. Ortolani, già consigliere di amministrazione della Fondazione negli ultimi quattro anni, succede a Fabio Bacchilega, ora numero uno del Con.Ami.

Ad attendere il neo presidente c’è una situazione tutt’altro che rosea, con una Fondazione che, raccontano dall’interno, appare ormai spaccata a metà, divisa tra una vecchia guardia ancora scettica e nuovi soci più vicini alla linea degli organi direttivi.

Il 9 giugno si è svolta l’assemblea dei soci, fra le poche convocate negli ultimi due anni, che ha visto una partecipazione alta come la tensione misurata nel corso dell’incontro. Durante le oltre quattro ore della riunione non sono mancate le occasioni di scontro, a cominciare dalle modalità di gestione della Fondazione, giudicate da alcuni soci poco trasparenti. In molti hanno chiesto chiarimenti alla direzione sui costi delle consulenze effettuate e continua a covare il malumore dei soci su una voce insistente che circola e su cui ancora non è stata data risposta: è vero che la Fondazione ha preso in considerazione l’idea di trasferire parte dei suoi capitali all’estero, in Lussemburgo?

La discussione dell’assemblea ha toccato anche le recenti vicende che hanno coinvolto il Presidente emerito Sergio Santi, verso cui è stata votata negli scorsi mesi un’azione di responsabilità per aver creato, secondo il Consiglio generale della Fondazione, un danno patrimoniale quantificato in circa 19 milioni di euro. Tanti soci si sono lamentati per la scarsa comunicazione di questa iniziativa, di cui sono venuti a conoscenza solo leggendo i giornali e sono intervenuti a sostegno di Santi. Lo stesso ingegner Santi racconta di aver ricevuto numerose telefonate da parte di soci increduli per quello che stava succedendo e pare che uno storico socio della Fondazione abbia raccontato durante l’assemblea di essere stato fermato per strada da cittadini preoccupati per le cronache apparse sulla stampa locale. Il Presidente emerito, tra l’altro, non ha potuto partecipare all’assemblea perché per la Fondazione è decaduto da socio. È questo, ci racconta, a colpire maggiormente l’ingegner Santi: “Sono molto amareggiato nel vedere la Fondazione spaccata in questo modo, una realtà che ormai si limita solo a fare erogazioni, senza interessarsi al tessuto sociale della città”.

In questo clima più che mai rovente, l’assemblea ha approvato il bilancio, presentato dall’ex presidente Fabio Bacchilega. Un bilancio positivo, che registra un attivo di 16 milioni di euro, ma parzialmente “macchiato” dalle discussioni in atto. Sono inoltre state messe ai voti anche alcune modifiche allo Statuto della Fondazione, tra cui l’eliminazione di tre storiche società che hanno accompagnato la Fondazione Cassa di Risparmio per tanto tempo e la modifica di una clausola che permetterà ai soci di non contare come anzianità gli anni in cui si è rivestita una carica da amministratore all’interno della Fondazione. Anche in questo caso la Fondazione è apparsa nettamente divisa, con i voti contrari dei soci di vecchia data.