Il nuovo bosco fluviale tra il torrente Rabbi e il rio Vecchiazzano, a Forlì, diventa realtà. Si sono conclusi in poche settimane i lavori per allargare la fascia boscata lungo i due corsi d’acqua; i circa 300 alberi e 400 cespugli messi a dimora cominciano già a mettere radici e a trasformare quello che era un terreno abbandonato. Il risultato sono 14mila metri quadrati di verde in più nel cuore della città, nei pressi dell’Ospedale Morgagni-Pierantoni.

Ed è significativo che i lavori di ampliamento si siano completati proprio oggi, 21 marzo, in coincidenza con la Giornata internazionale delle Foreste, istituita per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla loro importanza nel contrastare gli effetti del cambiamento climatico e sulla necessità di salvaguardarle e aumentarle.

La riforestazione si colloca nell’ambito di un intervento finanziato dalla Regione con 180mila euro: risorse, queste, per la gestione della vegetazione nelle fasce delle ripe e nelle golene dei corsi d’acqua del comprensorio forlivese.

L’opinione della vicepresidente

“Quest’intervento, appena concluso, è un esempio di approccio corretto nella gestione dei corsi d’acqua naturali, spina dorsale della rete ecologica regionale- sottolinea Irene Priolo, vicepresidente con delega all’Ambiente-. Le linee guida della Regione sono chiare: iniziative come queste, in cui la riforestazione è stata svolta parallelamente alle opere di messa in sicurezza idraulica, sono da replicare in tutto il territorio dell’Emilia-Romagna”.

Cosa è stato fatto

L’intervento di riforestazione è stato realizzato in parallelo alle opere di sicurezza idraulica, che hanno visto la rimozione della vegetazione a fine ciclo, caduta in alveo o prossima al crollo. Il risultato raggiunto è frutto di una modalità innovativa di gestione della vegetazione fluviale intrapresa dalla Regione e curata dall’Ufficio di Forlì-Cesena dell’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile.

Alberi e cespugli piantanti nell’area appartengono a varie specie, tutte autoctone – querce, farnie, aceri, lecci, ciliegi, olmi campestri, noccioli, cornioli – che in parte provengono da vivai regionali. Le piantumazioni hanno interessato le aree demaniali in abbandono, prive di vegetazione e saltuariamente interessate da allagamenti, ora riqualificate e rese più sicure.

Per favorire l’attecchimento delle piante è stato pianificato un programma di innaffiature, che contrasterà il caldo e la siccità dei mesi estivi, è stata mantenuta anche la vegetazione erbacea per aumentare la biodiversità.

L.F