Nei giorni scorsi i militari della Guardia di Finanza di Ravenna hanno dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ravenna, su richiesta della locale Procura della Repubblica, con il quale è stato disposto il sequestro di beni, per un valore di circa 120mila euro, nei confronti di diversi cittadini rumeni accusati di riciclaggio, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni e società.

Il sequestro del patrimonio nella disponibilità degli indagati trae origine dagli esiti di un’indagine coordinata dal Procuratore della Repubblica di Ravenna, Alessandro Mancini, e dal sostituto procuratore Angela Scorza, condotta da Guardia di Finanza e Polizia di Stato, che ha permesso di individuare e neutralizzare un gruppo composto da cittadini rumeni e italiani, specializzato secondo l’accusa nel truffare ignari acquirenti vendendo loro autoveicoli usati il cui chilometraggio effettivo veniva fraudolentemente abbattuto.

I riscontri di polizia economico-finanziaria effettuati dai Finanzieri avrebbero permesso di appurare che buona parte dei proventi illeciti venivano reinvestiti dall’associazione criminale trasferendoli in parte all’estero e in parte utilizzandoli per l’acquisto di beni immobili e preziosi, servendosi anche in questo caso di diversi “prestanomi” al fine di impedire la riconducibilità dei beni all’attività delittuosa in essere.

Per queste ragioni sei cittadini rumeni sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Ravenna per il reato di autoriciclaggio, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Sulla base della ricostruzione dei flussi finanziari effettuata dalle Fiamme Gialle, l’Autorità Giudiziaria inquirente ha richiesto ed ottenuto dal Gip del Tribunale di Ravenna l’emissione del provvedimento di sequestro preventivo di un appartamento situato nel territorio ravennate e di tre diamanti di oltre due carati, tutti nella disponibilità di fatto degli indagati.