I militari della 1a Compagnia della Guardia di Finanza di Ravenna, in collaborazione con la Polizia Locale, hanno ultimato le operazioni di sequestro di denaro e titoli finanziari per un valore complessivo di 1.077.942,72 euro nei confronti di un noto veterinario della periferia di Ravenna, in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Ravenna, Andrea Galanti su proposta del Pubblico Ministero Marilù Gattelli, che contesta al professionista di aver frodato, per anni, il Fisco.

Gli approfondimenti investigativi che hanno portato all’operazione di polizia tributaria sono in realtà scaturiti dalle attività di accertamento compiute dalla Procura della Repubblica di Ravenna nei confronti dello stesso professionista, ma per reati del tutto diversi da quelli finanziari oggi in contestazione. In particolare, il veterinario era finito nel mirino dell’ufficio giudiziario per indafini in merito alla soppressione e al maltrattamento di animali. Da qui l’attività accertativa inizialmente delegata alla Polizia Locale di Ravenna, al Gruppo Carabinieri Forestali di Ravenna e alla Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in danno degli Animali (SOARDA) del Comando Carabinieri per la Tutela della Biodiversità di Roma, che il 10 dicembre scorso procedevano alla perquisizione dello studio veterinario e degli altri immobili nella disponibilità dell’indagato.

Proprio durante questa perquisizione era emerso un nuovo scenario: la polizia giudiziaria operante aveva rilevato una serie di irregolarità nella tenuta e conduzione dell’ambulatorio, tra cui la mancanza dei requisiti minimi igienico-sanitari per l’evidente sporcizia e disordine generale dei locali, l’illecito smaltimento dei rifiuti, anche sanitari e perfino di carcasse di animali e la presenza di un magazzino non registrato di medicinali sia per uso veterinario che umano, contenente – tra l’altro – antiepilettici e anabolizzanti.

L’attività di ricerca estesa quindi a tutti i luoghi nella disponibilità del veterinario ha permesso inoltre di rinvenire ben 619.000 euro in contanti, in parte confezionati e sigillati sottovuoto, occultati in due scatole di polistirolo riposte tra materiale vario in un alto ripiano del garage dell’abitazione del professionista, nonché, all’interno di un baule rinvenuto sempre fuori dai locali dell’ambulatorio, una serie di agende e block notes manoscritti riportanti annotazioni criptate riferibili alla contabilità in nero degli ultimi anni, che, su disposizione del Pm operante, sono state messe a disposizione delle Fiamme Gialle per una loro urgente e analitica disamina. Sulla base di questa documentazione extracontabile, messa a confronto con la contabilità ufficiale e con le dichiarazioni fiscali presentate nel tempo, i finanzieri sono riusciti in pochi giorni a quantificare l’evasione fiscale che il veterinario avrebbe posto in essere dal 2014 ad oggi, quantificata in oltre un milione di euro di imposte evase, tra imposte dirette ed Iva.

La Procura della Repubblica ha quindi richiesto al competente gip un decreto di sequestro per l’intero profitto derivante dai delitti tributari contestati. In esecuzione del provvedimento i finanzieri e la Polizia Locale hanno proceduto a porre sotto sequestro gli oltre 619.000 euro in contanti rinvenuti in sede di perquisizione domiciliare, altri 119.771 euro liquidi giacenti sul conto bancario intestato al professionista e gli investimenti finanziari contenuti nel suo conto titoli per i residui 338.761 euro, raggiungendo così la soglia massima indicata dall’Autorità giudiziaria.