Riapertura al traffico entro l’estate e 3 milioni di euro per i lavori di messa in sicurezza e ricostruzione. Sono queste le azioni e gli obiettivi della Giunta regionale per ripristinare la viabilità sulla via Ravegnana, la strada che collega  Ravenna e Forlì, chiusa dal 25 ottobre scorso a seguito del crollo della chiusa di San Bartolo sul Ronco. Il programma degli interventi è stato presentato il 6 febbraio a Ravenna dall’assessore regionale alla Difesa del suolo e Protezione civile Paola Gazzolo e dal sindaco di Ravenna Michele de Pascale.

I fondi si aggiungono ai 460mila euro destinati alle prime opere di messa in sicurezza, già concluse, e ai rilievi tecnici sulle condizioni dell’argine del Ronco. I primi interventi riguarderanno l’eliminazione delle infiltrazioni, il consolidamento degli argini, il ripristino della funzionalità della derivazione a uso irriguo e del ponte.

“Una volta acquisiti i pareri di Anas, Enel, Consorzio di bonifica Romagna, Comune di Ravenna, Sovrintendenza e Arpae, entro febbraio sarà approvato il progetto – ha spiegato l’assessore regionale Paola Gazzolo -. Entro aprile saranno affidati i lavori che devono dare continuità a quelli già avviati. Il contesto è particolarmente complesso perché il dissesto ha coinvolto la chiusa di derivazione ad uso irriguo, un tratto di fiume entrato in erosione, la passerella ad uso pedonale, l’argine e la strada che ha subito pesanti infiltrazioni”.

“Dal primo minuto – ha detto il sindaco di Ravenna Michele de Pascale – abbiamo cercato di far capire alla nostra comunità che il danno era molto più rilevante di quello che poteva apparire. L’erosione ha coinvolto una parte significativa sottostante l’infrastruttura stradale, il lavoro di messa in sicurezza da svolgere è molto complesso e la viabilità va riaperta solo in condizioni atte a garantire la totale e assoluta incolumità dei cittadini. Siamo consci che questa vicenda sta creando grandi disagi a tantissime famiglie e, al di là delle responsabilità che dovranno essere accertate, c’è la necessità di trasmettere ai cittadini la consapevolezza che si è lavorato alacremente, notte e giorno, per metterci non un giorno in più di quello che era necessario”.