La Guardia di finanza di Ravenna hanno arrestato due imprenditori originari della provincia di Forlì ma attivi da molti anni nel ravennate per bancarotta fraudolenta e omesso versamento di ritenute fiscali.

Il provvedimento restrittivo è stato adottato in seguito alle indagini delle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ravenna, che hanno fatto luce sul fallimento di una Spa con sede a Cervia, già operante a livello nazionale nella costruzione di imbarcazioni a motore e a vela, zattere di salvataggio, motori marini, strumentazione elettronica navale e arredamento nautico. Secondo gli inquirenti la società sarebbe stata deliberatamente condotta al fallimento attraverso una sistematica opera di spoliazione del patrimonio aziendale.

L’indagine era stata avviata circa due anni fa, a seguito di una verifica fiscale eseguita dalle Fiamme Gialle di Ravenna, nel corso della quale erano state ipotizzate condotte fraudolente per delocalizzare risorse finanziarie verso un’impresa tunisina attraverso il pagamento di prestazioni di servizio per lavorazioni su scafi non adeguatamente documentate e prive di valide ragioni economiche. Subito dopo la conclusione della verifica, grazie alla quale era stata recuperata una base imponibile di circa 7 milioni di euro, i vertici societari avevano presentato domanda di ammissione al concordato preventivo.

Secondo le indagini i due imprenditori, nel periodo 2013-2015, quindi immediatamente prima di avanzare la domanda di concordato, avevano distratto dalla società circa 10 milioni di euro, facendoli confluire verso la società tunisina, dagli stessi controllata, attraverso una serie di operazioni commerciali pianificate ad arte, come pagamenti per lavori su barche mai eseguiti, acquisizione di partecipazioni della società estera dal valore quasi nullo per circa 3.200.000 euro e attraverso la riduzione e poi l’annullamento di un credito commerciale vantato per oltre 4 milioni di euro. Inoltre nello stesso periodo gli stessi indagati tentavano di svuotare le casse societarie con prelievi di contante, emissione di assegni circolari e richiesta di bonifici a favore di una società con sede a Dubai per altri 7.200.000 euro.

Gli arrestati sono stati portati al carcere di Forlì.